COESIONE É COMPETIZIONE

Symbola ha presentato il rapporto 2023 sulle Nuove geografie della produzione del valore in Italia 

mercoledì 28 giugno 2023

Il dato che emerge dal rapporto Coesione è Competizione, promosso da Fondazione Symbola, Unioncamere e Intesa Sanpaolo in collaborazione con AICCON, IPSOS e Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, è che la coesione è un motore straordinario per affrontare grandi crisi e le sfide che abbiamo avanti.

 

La coesione nelle imprese migliora il legame e il radicamento nelle comunità e nei territori, accresce il senso di appartenenza e soddisfazione di vita dei dipendenti (nel 2020 le erogazioni di welfare sulla base di contrattazione sindacale sono cresciute del 19,5%), il coinvolgimento e il dialogo con i clienti, rafforza le relazioni di filiera e distrettuali (le imprese ricadenti nei distretti secondo il monitor di Intesa Sanpaolo negli ultimi anni hanno visto crescere la produttività più delle imprese non distrettuali), generando effetti positivi sulla competitività, come raccontano gli esempi di imprese coesive descritti nel quinto capitolo.

 

Imprese che hanno aperto la ricerca oltre il perimetro aziendale, collaborando con università, artisti, designer per accelerare l’innovazione o scoprire nuove applicazioni di materiali e prodotti. Imprese che insieme al terzo settore hanno rafforzato le proprie comunità, migliorando la conoscenza dei territori in cui operano e ingaggiando la società civile in progetti sociali o ambientali. Storie di imprese che hanno approfondito dialogo e ascolto con i propri clienti al punto da arrivare a co-produrre con loro, intercettando tendenze e bisogni della comunità, che diventa testimonial consapevole e portavoce dei valori dell’azienda.

 

Imprese che hanno trovato nella banca il partner ideale per riorganizzare e rafforzare la propria filiera, migliorando le proprie performance, quelle dei fornitori e dell’ente di credito. Imprese che hanno aumentato il valore dell’azienda coinvolgendo i lavoratori negli obiettivi di business, o che hanno creato per loro un ambiente migliore dove convivono sviluppo professionale e bilanciamento con la vita privata, coltivando i propri talenti e acquisendone nuovi grazie alla cura e all’attenzione del personale. Imprese alleate con le istituzioni per potenziare i servizi locali ed essere più attrattive nell’ingaggiare professionisti, o per rendere più facile il loro insediamento nel territorio, co-investendo insieme in progettualità di interesse per la comunità. Imprese diventate più competitive alleandosi con altre imprese, che siano della filiera o addirittura competitor, per dare vita e ecosistemi di qualità, sostenibili e più resilienti oppure per scambiare materie prime e conoscenze aumentando insieme il fatturato.

 

A queste narrazioni si aggiunge un’infrastruttura territoriale rappresentata dalle micro e piccole imprese diffusa anche nei piccoli comuni (99,4% delle imprese) come racconta il rapporto Artigiani del Futuro. Storie che si traducono in dati come evidenzia il lavoro. Le imprese coesive, crescono a confronto con gli anni passati: la quota 2022 è pari al 43%, superiore a quella del 2020 (37%, anno certamente “anomalo” condizionato pesantemente dall’esplosione della pandemia) e a quella del 2018 (32%). La coesione cresce non solo come quota di imprese coinvolte (e di consistenza: +12,6%), ma anche per il numero di relazioni medie delle imprese, anch’esso in aumento: in sostanza crescono le imprese coesive nonostante si “alzi l’asticella” del livello medio delle relazioni.

 

Dietro questo incremento di quota appare di particolare significato l’incremento di presenza di imprese coesive nelle micro imprese (1-9 addetti), il cui valore si è avvicinato alla media complessiva (39%). Se la stagione pandemica aveva portato a un ruolo preponderante della relazionalità verso i dipendenti, con il ritorno a un new normal crescono le relazioni con altri soggetti: le altre imprese, le associazioni, le banche, il terzo settore, le istituzioni, la propria clientela. Crescono le imprese coesive, ma non si riduce affatto la loro peculiare capacità di ottenere risultati migliori rispetto alle altre imprese. Ciò vale per le dinamiche di fatturato (per il 2023 sono il 55,3% le imprese coesive che stimano aumenti di fatturato rispetto al 2022, contro il 42,3% delle altre), per l’occupazione (34,1% di indicazioni di incremento nel 2023 rispetto al 24,8% delle altre imprese) e per le esportazioni (42,7% contro 32,5%). E questi andamenti distintivi si confermano anche per le previsioni 2024 per i tre aggregati considerati.

 

Si conferma la propensione al green delle imprese coesive, tra le quali quasi due su tre hanno investito/investiranno in sostenibilità ambientale (62,1%, per le altre imprese il valore è 33,2%) e che nel 16,9% (altre imprese: 8,8%) hanno messo in atto attività di rendicontazione di sostenibilità (bilancio sociale, di sostenibilità, rating ESG, ecc.). Anche dal punto di vista della transizione digitale, le imprese coesive nel 46,9% dei casi hanno adottato o stanno adottando tecnologie digitali nel periodo 2022-2024 (la quota è del 24,4% nelle altre imprese) e in tre casi su quattro hanno introdotto o stanno introducendo nello stesso periodo innovazioni (nelle altre imprese non si arriva alla metà del totale). Le imprese coesive credono più delle altre nel nostro Paese: se guardiamo al backshoring, misurato attraverso la crescita della quota di fornitori italiani locali o extraregionali, questa nei prossimi tre anni riguarderà il 26,4% delle imprese coesive rispetto al 19,5% delle altre. Non solo, sempre restando al tema dei fornitori, l’alta qualità dei prodotti è ancor più che per le altre imprese il principale criterio di selezione degli stessi (83,8% contro 76,9%).

 

Anche dal punto di vista della distribuzione geografica si rilevano risultati positivi, all’insegna di una presenza maggiormente distribuita tra le regioni. Nel Mezzogiorno, in particolare, le imprese coesive sono cresciute tra il 2020 e il 2022 del 21,6%, vedendo salire la quota sul totale Italia da 14,5% a 15,7%. Con i suoi numeri e le sue storie questo rapporto conferma, come afferma il Manifesto di Assisi, che “non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia” e che la coesione è essenziale per costruire un’economia e una società più a misura d’uomo e per questo più capace di futuro.

 

 

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