Storie di ordinaria cooperazione

TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

Il lungo percorso dell'integrazione sociale e lavorativa passando attraverso la "Rotta Balcanica".

venerdì 5 maggio 2023

Nel luglio dell’anno scorso si conclude il viaggio di H., durato tre mesi. Dal Pakistan, all’Iran, fino alla Turchia. Da qui, attraverso la cosiddetta “rotta balcanica”: Grecia, Bulgaria, Serbia, Bosnia, Croazia e Slovenia. Per poi arrivare in Italia. Un percorso di più di 5000 km. Quando attraversa la prima frontiera, mentre gli vengono strappati i documenti, gli viene detto: “Così siamo sicuri che non torni indietro”.

 

Inizia così un viaggio a senso unico. Gli aneddoti, relativi al cammino, risultano spesso sconcertanti e drammatici, uno per tutti: “Spostavamo le macchie di petrolio dalle pozzanghere per bere”. Con sé soltanto gli indumenti indossati e qualche denaro. Unica magra consolazione: il viaggio viene intrapreso con qualche conoscente, proveniente dal villaggio da cui proviene.


Le motivazioni che spingono H. a mettersi in cammino nascono da un disegno familiare: essendo lui il primogenito, deve adoperarsi per provvedere ai genitori e ai fratelli minori. Il miglior modo, secondo la famiglia, per adempiere a questo dovere, è quello di venire in Italia e trovare un lavoro, così da inviare parte dello stipendio ai parenti.


Arrivato in Italia, continua il viaggio fino a giungere nel comune di Milano. Dopo essere rimasto, per qualche giorno, in Stazione Centrale, viene intercettato dalle Forze dell’Ordine, segnalato ai servizi per Minori Stranieri Non Accompagnati e poi inserito in una comunità. Dopo un periodo di assestamento e di conoscenza del ragazzo, viene segnalato a Cidiesse. É il mese di ottobre.


Il percorso Cidiesse inizia con una borsa lavoro di tre mesi. All’arrivo, il ragazzo sa circa 50 parole italiane che, per avere un parametro, equivalgono a quelle conosciute da bambino di 18 mesi. Per questo motivo, spiegare come funziona un posto di lavoro risulta estremamente arduo. Buona parte delle 7 ore lavorative giornaliere sono orientate a insegnare le basi dell’italiano e l’importanza di conoscere questa lingua; la comprensione delle comunicazioni e dei concetti lavorativi essenziali (ad esempio presenza e puntualità); i nomi degli oggetti utilizzati per lavorare e come fare domande.

 

Al termine del periodo di borsa lavoro viene assunto dalla Cooperativa. Nonostante la forte motivazione all’apprendimento e la discreta manualità, emergono consistenti difficoltà nell’integrazione culturale, principalmente a causa del suo integralismo religioso. Questo, gli impedisce di consumare alimenti occidentali, gli causa difficoltà nel rapportarsi con il genere femminile e nel prendere consegne da loro, ciò lo porta a isolarsi anche nell’ambiente lavorativo. Con la rete dei Servizi Sociali, si viene a conoscenza dei suoi contatti quotidiani con un Imam pakistano, che lo ragguaglia sul suo atteggiamento e sulla sua integrità.

 

Ad ogni modo, il lavoro di formazione prosegue e progredisce. Passato un anno, H. è in grado di costruire un quadro elettrico in tutte le sue parti, di cablarlo con discreta precisione, di affrontare alcuni passi del lavoro in autonomia, apprestandosi a svolgere lavori di crescente complessità tecnica. Raggiunge, nel corso dei mesi successivi, gli obiettivi formativi prefissati dall’equipe Cidiesse relativi al sapere: saper fare (lavorativo), saper essere (lavoratore integrato), sapere di sapere (conoscenza delle proprie capacità), saper dire (riuscire a raccontarsi come lavoratore).


Pressoché al termine del suo percorso, H. riceve la notizia della malattia del padre. Servono urgentemente più soldi rispetto a quelli che mensilmente invia alla famiglia. Quest’esigenza contingente costringe ad accelerare i tempi dell’ultima fase del nostro percorso, quella della ricerca lavoro. In questa fase, H. impara a creare un curriculum e una mail lavorativa; iscriversi alle agenzie interinali e presentare le candidature online; affrontare le telefonate di lavoro; svolgere colloqui presso le agenzie e le aziende, muovendosi sul territorio milanese.


Nell’arco di poche settimane, arrivano le prime proposte di lavoro. H. è adesso capace di presentarsi come operaio specializzato cablatore quadrista. Inoltre, avendo imparato a cogliere con ironia, invece che con rabbia, i momenti in cui non capisce qualcosa, appare anche molto più cordiale. Così, forte delle conoscenze trasversali e degli apprendimenti tecnici acquisiti in Cidiesse, si riaffaccia alla vita, sentendosi più sicuro di sé e maggiormente in grado di assolvere a quei compiti familiari, che prima gli sembravano estremamente gravosi.

 

 

Estratto dalll'articolo "Percorsi di vita: tra passato, presente e futuro" pubblicato sul sito della Cooperativa Cidiesse

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