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QUANDO L'ARTE ABITA I LUOGHI

Lorenzo Carenzi ha raccontato alla nostra Assemblea la storia della cooperativa Isimbaldi, una cooperativa che ha colto un’opportunità creativa: valorizzare gli spazi abitativi attraverso il linguaggio dell’arte, dando forma a un nuovo modello di collaborazione tra artisti e territori.

mercoledì 18 giugno 2025

Nel cuore della cooperazione abitativa, dove ogni pietra racconta storie di convivenza, diritti e cura condivisa, la cooperativa Isimbaldi ha deciso di percorrere una strada nuova, creativa, inedita. Una strada che incrocia il linguaggio dell’arte contemporanea con la quotidianità degli spazi abitati.

 

L’occasione è nata grazie a una proposta della Federcultura, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera. L’idea era semplice e, al tempo stesso, rivoluzionaria: far incontrare giovani artisti e mondo cooperativo, aprendo un dialogo tra due realtà che raramente si parlano, ma che hanno entrambe al centro la vita delle persone.

 

Abbiamo quindi avviato un percorso fatto di incontri, confronti, assemblee, coinvolgendo in prima persona i soci abitanti. Gli studenti di Brera hanno conosciuto la cooperativa, ascoltato le storie, vissuto il condominio, e da lì sono nati progetti artistici che raccontano, interpretano e valorizzano l’identità dei luoghi.

 

Nel nostro caso, uno studente ha progettato una scultura in cemento armato, alta tre metri, che sarà installata nel condominio nelle prossime settimane. Un’opera che ha richiesto competenze tecniche avanzate, ma soprattutto una straordinaria capacità relazionale: confrontarsi con le persone, con le regole condominiali, con la dimensione sociale dell’abitare cooperativo.

 

Il vero valore, però, non sta solo nell’opera finale. Sta nel processo. Nel fatto che famiglie, magari lontane dal mondo dell’arte, si sono messe in gioco. E che studenti, spesso ignari del mondo cooperativo, hanno scoperto un modo diverso di vivere e costruire relazioni.

 

È nata una rete. Una collaborazione che ha coinvolto l’Accademia di Brera, la Federazione, le cooperative, le imprese sociali. Oltre a Isimbaldi, infatti, altre due cooperative hanno aderito alla convenzione: una di esse ha già inaugurato la propria opera.

 
Stimolati da questo progetto, siamo andati a cercare riferimenti anche nella storia del nostro Paese. Abbiamo scoperto una legge del 1949, nota come "Legge del 2%", che prevedeva l’obbligo di destinare una parte dei finanziamenti pubblici per l’edilizia alla realizzazione di opere d’arte. Un’idea visionaria, pensata per rendere più umani, più belli, più significativi gli spazi della ricostruzione.

 

Oggi, quella legge è poco applicata. Ma può diventare uno stimolo: perché non ripensarla in chiave contemporanea? Perché non immaginare che le giovani generazioni di artisti possano creare cooperative culturali, capaci di proporre arte nei contesti cooperativi e sociali, promuovendo bellezza diffusa e partecipata?


Il progetto di Isimbaldi non è solo un’installazione artistica. È un modello. Un esempio concreto di come, anche nel mondo dell’abitare, si possa attivare un’energia nuova, coinvolgente, generativa. Perché l’arte non deve stare solo nei musei. Può (e deve) abitare con noi, nei cortili, nei pianerottoli, nei giardini.

 

E ricordarci ogni giorno che vivere insieme è, prima di tutto, un atto creativo.

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