C’è un luogo alle porte di Monza dove la cura si intreccia con la libertà, e dove l’innovazione prende la forma di un piccolo borgo. È Il Paese Ritrovato, il progetto nato nel 2018 dalla cooperativa sociale Meridiana, pensato per offrire alle persone affette da demenza un’alternativa concreta alla residenzialità classica. Un luogo dove vivere una quotidianità ricca di significato, fatta di relazioni, sicurezza e possibilità di scelta.
La Meridiana nasce, come molte esperienze di cooperazione sociale, da un gruppo di volontari legati alla parrocchia e attenti ai bisogni della comunità locale. Una storia fatta di passione, competenza, e del coraggio di trasformare la solidarietà in impresa sociale.
Quarant’anni fa, la cooperativa apre il suo primo centro diurno all’interno del Parco di Monza: un’idea allora innovativa, che rompeva lo schema unico della “casa di riposo” come unica risposta per gli anziani. Da allora, la storia di Meridiana è un continuo processo di ascolto e lettura dei bisogni emergenti, a partire dai più fragili.
Negli ultimi anni, il tema della demenza ha assunto un rilievo sempre maggiore. Tante persone, in una fase iniziale o intermedia della malattia, non necessitano ancora di una RSA, ma non trovano spazi adeguati dove vivere in sicurezza e libertà. È qui che nasce Il Paese Ritrovato: una risposta concreta, sostenibile e visionaria a un bisogno reale e urgente.
Il modello si ispira all’esperienza del villaggio Hogeweyk, vicino ad Amsterdam, e prende forma in Italia grazie alla determinazione e alla visione della cooperativa e dei suoi soci fondatori.
Il Paese Ritrovato è un vero e proprio villaggio. Costato 11 milioni di euro, non ha ricevuto fondi pubblici per la costruzione: quasi l’80% delle risorse sono arrivate da donazioni private, da cittadini, imprese e fondazioni del territorio che hanno creduto nel valore sociale dell’opera.
Ospita 64 persone in un contesto che riproduce l’atmosfera di un piccolo borgo: case, piazze, spazi comuni, attività quotidiane. Tutto è pensato per valorizzare le capacità residue delle persone con demenza, rispettando la loro dignità, autonomia e desiderio di normalità.
La cura è presente, ma non opprimente. La sicurezza è garantita, ma senza rinunciare alla libertà. È un’idea rivoluzionaria, ancora oggi definita “sperimentale”, ma che ambisce a diventare parte strutturale del welfare lombardo.
«Non si fa nulla di innovativo se non si prova a scardinare qualcosa», ha ricordato Fulvio Sanvito, Direttore de La Meridiana. Il Paese Ritrovato è il frutto di una scelta coraggiosa, ma anche della capacità di immaginare nuovi modelli di servizio, rompendo gli schemi consolidati.
Il mondo del sociale e del sociosanitario si muove oggi in un “quasi mercato”, dove le risorse pubbliche sono limitate e le regole rigide. Per questo è fondamentale saper intercettare nuovi bisogni, costruire alleanze, diversificare i servizi invece di replicarli.
Il messaggio che arriva forte da questa esperienza è chiaro: il cambiamento è possibile, ma richiede coraggio, visione e condivisione. Farlo da soli è difficile. Farlo insieme — con il territorio, le istituzioni, le imprese, le famiglie — è la chiave per costruire un welfare realmente innovativo, umano, sostenibile.
Il Paese Ritrovato è molto più di un luogo: è una dichiarazione d’intenti. È l’idea che anche nella fragilità si possa vivere con pienezza, se si ha il coraggio di immaginare e realizzare nuovi modi di prendersi cura.