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PROSPETTIVE ECONOMICHE DEL 2023

Secondo l’Economic Brief di Fondosviluppo si apre uno scenario tra incertezze e possibili reazioni.

lunedì 20 febbraio 2023

A cavallo della fine dell’anno e l’inizio del nuovo, è maturata la convinzione che il peggioramento dello scenario economico per il 2023 sia reale ma meno preoccupante delle prime aspettative. Le prospettive di crescita a livello mondiale si sono ridotte in ragione del fatto che: a) la pandemia, soprattutto in Cina, ha ridotto le prospettive di crescita del gigante asiatico; b) il corso dell’inflazione permane ancora alto nei paesi occidentali, particolarmente nel continente europeo, con leggeri e primi segnali di decelerazione; c) la restrizione delle politiche monetarie e il contestuale rialzo dei tassi di interesse.

 

Lo scenario geopolitico sul finale dell’anno ha visto ancora come protagonisti il Covid e la guerra in Ucraina.

 

Il corso degli eventi per questo 2023 costringe a guardare al nuovo anno sapendo che aleggiano tanti rischi quante opportunità per il sistema economico e sociale, anche italiano e comprese le cooperative.

 

Dal lato dei rischi, vi sono: a) l’acuirsi della Guerra, passato l’inverno, che può comportare anche un maggiore sforzo bellico da parte dell’Ucraina, supportata dall’Occidente e dall’Unione Europea; b) il persistere dell’alta inflazione e ad un eccesso di restrizione monetaria. Tutto ciò può ridurre le prospettive economiche anche per l’Italia.

 

Dal lato delle opportunità e delle notizie positive si riscontrano nel complesso: a) un tessuto economico e produttivo che tiene alle crisi; b) gli ultimi dati economici di fine anno, sia negli Usa che in Europa, attenuano lo scenario pessimista in relazione alla recessione, che molti ritengono meno probabile nel 2023; c) il tetto al prezzo del gas dinamico ha indotto una consistente riduzione del prezzo dell’energia in Europa e in Italia, questo ha consentito una riduzione delle tariffe che potrebbe allungarsi nel tempo; d) il 2023 rappresenta un anno di spesa dei fondi europei e del PNRR, di conseguenza dovrebbero esserci maggiore concentrazione di spesa per il PNRR e maggiore impatto economico di queste risorse nell’economia reale.

 

La prevalenza degli effetti positivi su quelli negativi dipenderà da tanti fattori: alcuni imperscrutabili e di difficile previsione razionale; altri determinati dalle scelte che decisori politici e governo, innanzitutto, anche a livello italiano, intraprenderanno nell’ottica di migliorare e velocizzare, ad esempio, l’attuazione delle politiche di contrasto alla decrescita economica e alle disuguaglianze.

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