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UN PAESE TRA CRESCITA CAUTA, SFIDE DEMOGRAFICHE E NUOVE OPPORTUNITA'

La trentatreesima edizione del Rapporto annuale dell'Istat dipinge un quadro complesso dell'Italia, evidenziando una ripresa economica contenuta ma consolidata, affiancata da profonde trasformazioni demografiche e sociali che pongono nuove sfide e aprono a inedite opportunità.

venerdì 20 giugno 2025

La trentatreesima edizione del Rapporto esamina i cambiamenti economici, demografici e sociali che hanno interessato il Paese nell’anno appena trascorso, offrendo un quadro informativo ampio e approfondito sulle principali sfide del nostro tempo e su quelle che l’Italia sarà chiamata ad affrontare nei prossimi anni.

 

Economia: un passo in avanti prudente

Nel 2024, l'economia italiana ha mostrato una crescita contenuta, con un PIL che si è espanso dello 0,7%, un dato inferiore a quello di Francia e Spagna. Le stime preliminari per il primo trimestre del 2025 indicano un ulteriore, seppur modesto, aumento dello 0,3%. Un segnale positivo arriva dal saldo della bilancia commerciale, balzato a 55 miliardi di euro nel 2024, e dal miglioramento significativo del saldo primario di finanza pubblica, tornato positivo per la prima volta dal 2019 (+0,4% del PIL). L'inflazione ha rallentato all'1,1% nel 2024, mostrando una moderata ripresa nei primi mesi del 2025 (1,9% acquisito ad aprile). Nonostante ciò, il potere d'acquisto dei salari reali resta penalizzato rispetto al 2019, anche se l'aumento dell'occupazione femminile ha compensato in parte la riduzione dei redditi individuali a livello familiare.

 

Mercato del Lavoro: più occupati, ma divari persistenti

Il 2024 ha visto un aumento significativo degli occupati (+1,5%), raggiungendo quota 23,9 milioni, con una prevalenza di contratti a tempo indeterminato. Tuttavia, l'Italia continua a registrare il tasso di occupazione più basso d'Europa tra i 15 e i 64 anni (62,2%), particolarmente per giovani e donne. Persistono vulnerabilità: oltre un terzo dei giovani e quasi un quarto delle donne occupate sperimentano una forma di precarietà lavorativa. È in crescita la quota di lavoratori in professioni ICT, un settore strategico per la competitività.

 

Demografia e Società: l'Italia che invecchia e cambia

La popolazione residente in Italia è scesa sotto i 59 milioni al 1° gennaio 2025, a causa di una natalità in costante calo (solo 370mila nascite nel 2024) e un tasso di fecondità storico di 1,18 figli per donna. Sebbene il saldo migratorio sia positivo, non è sufficiente a compensare questa perdita. Preoccupa in particolare l'espatrio di giovani laureati tra i 25 e i 34 anni, con 21mila casi nel 2023, un record storico. La speranza di vita alla nascita ha raggiunto un nuovo massimo di 83,4 anni nel 2024, confermando l'Italia tra i Paesi più longevi. Questo dato, però, accentua l'invecchiamento della popolazione, con un quarto dei residenti di almeno 65 anni. Le famiglie diventano sempre più piccole, con quelle monopersonali che superano il 35% del totale. Circa due terzi dei giovani tra i 18 e i 34 anni vivono ancora con la famiglia di origine, un dato ben superiore alla media europea.

 

Sfide Sociali: Istruzione, Povertà e Salute

Il livello di istruzione degli italiani rimane inferiore alla media europea, con solo un adulto su cinque in possesso di un titolo universitario. Le competenze digitali sono ancora carenti per quasi la metà della popolazione adulta. Sul fronte economico, la povertà assoluta ha colpito l'8,4% delle famiglie nel 2023 (5,7 milioni di persone), con un'incidenza particolarmente elevata tra famiglie con figli, giovani e stranieri. La vulnerabilità economica si estende anche ai lavoratori, con il 21% che percepisce redditi bassi. In termini di salute, nonostante l'aumento della longevità, gli anni attesi di vita in buone condizioni di salute continuano a ridursi per le donne. È in crescita la quota di popolazione che rinuncia alle cure mediche (9,9% nel 2024), spesso per liste d'attesa o motivi economici. Aumenta anche il disagio psicologico, in particolare tra anziani e giovani donne.

 

Tecnologia e Sostenibilità: tra ritardi e progressi

L'Italia evidenzia ritardi nell'adozione di tecnologie digitali avanzate e una relativamente bassa intensità di Ricerca e Sviluppo nelle imprese. Nonostante ciò, la produzione di energia da fonti rinnovabili è triplicata tra il 2005 e il 2024, coprendo il 41,2% della domanda elettrica. Il Paese, tuttavia, resta il secondo in Europa per perdite economiche dovute a cause ambientali (134 miliardi di euro tra il 1980 e il 2023).

Il Rapporto Istat 2025 sottolinea come l'investimento nel capitale umano, in particolare tra le nuove generazioni più istruite, sia cruciale per sostenere l'innovazione e mitigare gli effetti dell'invecchiamento sul sistema produttivo e sociale. Le analisi evidenziano che l'istruzione superiore e le competenze tecniche specialistiche rimangono fattori chiave per migliorare la posizione professionale ed economica degli individui.

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