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POLITICHE DI CONCILIAZIONE

Fondazione CRC e Percorsi di secondo welfare hanno realizzato una ricerca sulla conciliazione vita-lavoro: uno strumento conoscitivo utile ad affrontare i bisogni sociali crescenti in questo ambito di welfare.

mercoledì 27 marzo 2024

Il presente rapporto di ricerca è stato realizzato con l’obiettivo di stimolare, nel territorio della provincia di Cuneo, riflessioni utili a promuovere l’avvio di pratiche innovative e virtuose per il benessere di lavoratrici e lavoratori. La conciliazione vita-lavoro è un tema centrale nel dibattito pubblico, economico e sociale: oltre a giocare un ruolo di primo piano nel sostenere la partecipazione femminile al mercato del lavoro e nel promuovere l’equità di genere, è diventata evidente la centralità di queste politiche nel contrasto della povertà educativa.


Per rispondere a questi obiettivi, il rapporto muove da un’analisi del dibattito scientifico e delle principali politiche (europee e italiane) sulla conciliazione vita-lavoro, integrandone i risultati con l’analisi descrittiva dei principali dati disponibili e con l’osservazione di tre best practice.
Il rapporto è, dunque, diviso in tre parti.

 

La prima definisce le politiche di conciliazione e analizza le principali funzioni che esse hanno assunto nel corso del tempo. Come si vedrà (Par. 1.1), la conciliazione rappresenta una leva strategica: per lo sviluppo economico del Paese (in particolare, attraverso la promozione dell’occupazione femminile); per la promozione del benessere di anziani e minori, ma anche di singoli lavoratori e lavoratrici e della comunità locale in generale; per la promozione della parità di genere, sia nel mercato del lavoro sia nella condivisione delle responsabilità di cura. Successivamente, questa sezione indaga lo sviluppo delle politiche europee di conciliazione mostrando come esse tendano a enfatizzare ora l’una, ora l’altra funzione a seconda degli effetti desiderati, producendo tuttavia risultati ambivalenti e non lineari. La riflessione si concentra poi sul caso italiano contestualizzando queste politiche nel più ampio contesto della protezione sociale e analizzando i principali strumenti di intervento, ovvero i congedi (di maternità, parentali e di paternità); i trasferimenti monetari volti a favorire la frequenza ai servizi educativi (bonus asili nido) e a sostenere il reddito (Assegno Unico e Universale). Infine, la sezione indaga il ruolo del secondo welfare nel promuovere una riflessione sulle politiche di conciliazione che guarda non solo ai tradizionali interventi diretti (che riguardano tempo-servizi- denaro), ma anche a quelli indiretti, consistenti in azioni di comunicazione e sensibilizzazione volte alla promozione di una cultura organizzativa più inclusiva.


La seconda parte approfondisce le principali sfide cui le politiche di conciliazione si trovano oggi a rispondere analizzando i dati disponibili a livello europeo e italiano. Considerando le funzioni proprie delle politiche di conciliazione, la riflessione si concentra sui principali divari di genere che caratterizzano il mercato del lavoro e l’uso del tempo, guardando anche ai divari nel coinvolgimento di donne/madri e uomini/padri nel lavoro domestico e di cura. La sezione si chiude con una riflessione sul benessere dei minori, alla luce del sempre crescente rischio di povertà infantile e sulla denatalità in aumento.


Infine, la terza parte analizza tre esperienze selezionate in quanto best practice. Tali realtà sono state individuate in seguito a un processo di mappatura realizzato tenendo conto delle fonti di finanziamento più frequentemente usate per sostenere interventi di conciliazione vita-lavoro. In particolare, sono tre i criteri specifici, informati dall’analisi della letteratura e del dibattito scientifico sulla conciliazione, che sono stati adottati per effettuare la selezione: i) il target degli interventi (madri vs genitori); ii) la promozione del benessere; e iii) la presenza di una strategia comunicativa. Sono presentate le tre progettualità analizzate, ossia: 1) 4E-Parent, progetto finanziato dalla linea di investimento CERV-DAPHNE che coinvolge tutto il territorio nazionale e che mira a promuovere la maschilità accudente e il coinvolgimento attivo dei padri nella condivisione dei compiti di cura; 2) Sbrighes!, finanziato da Fondazione Cariplo tramite il bando “Welfare in Azione”, che ha avuto come obiettivo quello di rendere attrattivo e vivace il territorio dei dodici comuni dell’ambito territoriale di Tirano (Sondrio) per contrastarne lo spopolamento; 3) Bi.lanciare, finanziato da Fondazione Compagnia di San Paolo attraverso il Programma Equilibri, che ha come obiettivo quello di realizzare interventi di conciliazione sul territorio biellese per donne con figli minori. Il rapporto si chiude con alcune riflessioni conclusive.

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