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L’IMPATTO SILENZIOSO

La seconda edizione di un'indagine, condotta da Doxa e commissionata da Fondazione Paideia, analizza il carico di cura e le sfide quotidiane delle famiglie con figli con disabilità.

giovedì 30 ottobre 2025

La Fondazione Paideia, in collaborazione con Doxa, ha pubblicato la Seconda Edizione dell’Indagine sull’impatto della disabilità sul sistema familiare, uno studio fondamentale per comprendere e confrontare le dinamiche quotidiane che influenzano le famiglie italiane. L'indagine, condotta tra il 21 maggio e il 22 giugno 2025 su un totale di 1.015 interviste (500 a famiglie con figli con disabilità e 515 a un campione gemello senza disabilità), getta luce su sfide spesso invisibili, dall’accudimento alla carriera professionale, fino all'interazione con la scuola e i servizi.

L'obiettivo principale della ricerca era duplice: approfondire le esperienze quotidiane delle famiglie italiane con bambini/e e ragazzi/e fino a 18 anni e, soprattutto, confrontare le evidenze provenienti dal campione di famiglie in cui è presente un figlio con disabilità con quelle in cui non lo è. Le aree di approfondimento cruciali includevano l'esperienza scolastica, la dimensione sociale e le sfide nel mondo professionale.

 

I Risultati 

L’indagine ha rivelato un quadro chiaro dell'elevato carico di cura che grava sulle famiglie con figli con disabilità, evidenziando disuguaglianze di genere, ostacoli nella partecipazione sociale e difficoltà nell'accesso ai servizi essenziali.

 

1. L'Elevato Carico di Cura e lo Stress Familiare

La gestione della quotidianità richiede un impegno di tempo significativamente maggiore per le famiglie con figli con disabilità.

  • Tempo di Accudimento: Queste famiglie dedicano oltre 8 ore alla cura nei giorni feriali e arrivano fino a 14 ore al giorno nel fine settimana, specialmente quando il figlio ha meno di 6 anni.
  • Differenza di Genere: Il carico di cura si conferma marcatamente distribuito in base al genere, con le madri di figli con disabilità impegnate per 14 ore al giorno nei fine settimana (a fronte delle 9 ore e mezza per i padri).
  • Benessere Familiare: Le principali criticità percepite sono la mancanza di tempo per sé (70% delle famiglie con disabilità) e, in modo evidente, lo stress da accudimento. Quest’ultimo è indicato come criticità dal 64% delle famiglie con disabilità, rispetto al 41% dell'altro campione.

Nonostante questo carico, per quanto riguarda le attività domestiche, la distanza nel carico orario tra padri e madri sembrerebbe ridursi nelle famiglie con disabilità (poco più di 3 ore per i padri e 4 ore per le madri), suggerendo una potenziale migliore distribuzione all'interno della coppia genitoriale rispetto alle famiglie senza disabilità.

 

2. Scuola: mancanza di sostegno e barriere alla partecipazione

La scuola è un ambito cruciale, ma l'indagine ha rilevato che le famiglie con disabilità percepiscono la sua efficacia in modo meno positivo rispetto all'altro campione.

  • Autonomia e Socializzazione: Solo il 71% dei genitori di figli con disabilità valuta positivamente l'efficacia della scuola nel favorire l’autonomia (rispetto all'85% del campione senza disabilità). Similmente, il 74% ritiene che la scuola incoraggi la socializzazione (contro l'88%).
  • Gite Scolastiche: Un dato particolarmente rilevante è che il 39% delle famiglie con bambini con disabilità ha riscontrato l'impossibilità di partecipare a una gita scolastica negli ultimi due anni. Questa percentuale raggiunge il 50% nel Sud e Isole. Le motivazioni più frequenti sono la mancanza di personale dedicato (13%) e l'assenza di assistenza notturna per le gite di più giorni (11%).
  • Priorità Scolastiche: Per favorire la partecipazione a scuola, le famiglie con bambini con disabilità indicano come priorità le ore garantite di sostegno (71%) e la continuità degli insegnanti nel ciclo scolastico (67%), oltre alla formazione specializzata per gli insegnanti di sostegno (77%, considerata prioritaria da entrambi i campioni).

 

3. Difficoltà nell'accesso ai servizi e spese private elevate

L’utilizzo dei servizi socio-sanitari evidenzia una forte dipendenza dal settore privato per le famiglie con disabilità.

  • Frequenza di Utilizzo Pubblico: Il 45% delle famiglie con bambini con disabilità usufruisce di servizi sanitari pubblici "quotidianamente" o "settimanalmente," un dato nettamente superiore al 18% registrato nel campione senza disabilità.
  • Ricorso al Privato: Oltre 6 famiglie su 10 con un figlio con disabilità hanno acquistato prestazioni sanitarie o riabilitative private nell’ultimo anno.
  • Motivazioni e Costi: L'acquisto di servizi privati è spesso motivato dalla necessità di integrare quanto offerto dal Servizio Sanitario Nazionale (32%) o per garantire un maggior numero o una maggiore frequenza di prestazioni (31%). Le spese sono significative: il 16% di queste famiglie ha speso oltre 2.000 euro nell'anno (contro l'1% dell'altro campione).

 

4. Lavoro e Discriminazione Professionale

L'essere genitore di un figlio con disabilità condiziona profondamente la sfera professionale.

  • Riorganizzazione Lavorativa: Il 48% delle famiglie con disabilità ha richiesto la riduzione dell’orario di lavoro (rispetto al 31% dell'altro campione). Inoltre, il 58% ha usufruito dei permessi per la gestione dei figli almeno una volta (contro il 32%).
  • Impatto sulla Carriera e Discriminazione: Il 28% dei genitori con figli con disabilità dichiara che l’essere genitore ha condizionato "moltissimo" gli avanzamenti di carriera. Tale impatto è sentito maggiormente dalle madri (36%) rispetto ai padri (17%).
  • Discriminazione: Circa un rispondente su due del campione con figli con disabilità ha vissuto un’esperienza di discriminazione sul luogo di lavoro. Per i genitori che non lavorano, il 38% di quelli con figli con disabilità motiva la loro non occupazione perché "il carico familiare non permette di avere tempo per un lavoro" (rispetto al 12% dell'altro campione).

 

5. Preoccupazioni per il Futuro

Il tema della preoccupazione per il futuro dei figli è avvertito con maggiore intensità dalle famiglie con disabilità.

  • Livello di Preoccupazione: Più di un rispondente su due (54%) in questo campione si dichiara "molto preoccupato", contro il 35% del campione senza disabilità.
  • Maggiore Preoccupazione: La preoccupazione principale per le famiglie con disabilità (indicata dal 66%) riguarda la capacità dei figli di sopravvivere ai genitori e la loro gestione una volta che i genitori non ci saranno più. In confronto, per le famiglie senza disabilità, questa voce si ferma al 29%, con preoccupazioni maggiori concentrate sul lavoro (57%) e la salute (47%).

 

Focus sui Siblings

L’indagine ha dedicato spazio anche al tema dei siblings (fratelli e sorelle di persone con disabilità). Un dato significativo è la bassa partecipazione ai percorsi dedicati: il 67% delle famiglie con bambini o ragazzi con disabilità ha dichiarato di non aver mai partecipato a queste iniziative. Le principali motivazioni sono la mancanza di conoscenza di tale possibilità (45%) e la non disponibilità di percorsi nella zona di residenza (25%). Tuttavia, l'86% delle famiglie che vi ha partecipato ha giudicato il percorso come "molto utile" o "abbastanza utile" per il sibling partecipante.

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