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LE CONDIZIONI DI VITA DEI MINORI

L’Istat ha diffuso l’aggiornamento degli indicatori sulle condizioni di vita dei minori di 16 anni frutto di un approfondimento di analisi condotto nel 2024

giovedì 24 luglio 2025

L'Istat ha recentemente diffuso un aggiornamento cruciale sugli indicatori relativi alle condizioni di vita dei minori di 16 anni, frutto di un'analisi approfondita condotta nel 2024 nell'ambito dell'Indagine annuale su Reddito e condizioni di vita. Questo studio fornisce un quadro dettagliato dei rischi di povertà e esclusione sociale che i bambini e i ragazzi affrontano, evidenziando disuguaglianze persistenti e i progressi rispetto al 2021.

 

Panorama generale e disparità territoriali
Nel 2024, il 26,7% dei minori di 16 anni è a rischio di povertà o di esclusione sociale. Questa percentuale è superiore a quella rilevata per l'intera popolazione residente in Italia, pari al 23,1%. Sebbene vi sia stato un miglioramento complessivo di 3 punti percentuali rispetto al 2021, le disparità geografiche rimangono profondamente marcate. Il rischio è significativamente più alto nel Mezzogiorno e nelle Isole, dove raggiunge il 43,6%, a fronte di un 14,3% nel Nord (in forte calo dal 20,5% del 2021) e un 26,2% nel Centro (in aumento rispetto al 2021).

Diversi fattori incidono sul rischio di povertà ed esclusione sociale dei minori:
Composizione Familiare: La presenza di più minori in famiglia aumenta il rischio. In particolare, per i minori che vivono con un solo genitore, il rischio si attesta al 38,3% senza fratelli e sale al 53,3% se ne è presente almeno uno. Le famiglie monogenitore con due o più figli mostrano un rischio del 53,3%, un valore in peggioramento di oltre 13 punti percentuali rispetto al 2021. La percentuale è più alta se il genitore è la madre (48,4%) rispetto al padre (30,9%).
Livello di Istruzione dei Genitori: L'istruzione dei genitori è strettamente associata alla condizione socio-economica. Oltre la metà (51,8%) dei minori con genitori che hanno al massimo la licenza di scuola secondaria inferiore è a rischio, un valore cinque volte superiore rispetto a coloro con almeno un genitore laureato (10,3%).
Cittadinanza: I minori stranieri mostrano un rischio di povertà o esclusione sociale considerevolmente più elevato (43,6%) rispetto ai coetanei italiani (23,5%). Questa differenza è massima nel Mezzogiorno, dove quasi l'80% (78,2%) dei minori stranieri è a rischio, contro il 40,9% degli italiani. Nonostante ciò, quasi la metà (49,2%) dei minori a rischio di povertà o esclusione sociale è di nazionalità italiana e risiede nel Mezzogiorno.
Reddito Familiare: Se la famiglia ha un solo percettore di reddito, il rischio è di circa tre volte superiore (53,5%) rispetto alle famiglie con più percettori (18%). La principale fonte di reddito incide: il rischio è inferiore (17,3%) per le famiglie che dipendono dal lavoro dipendente rispetto a quelle con redditi da lavoro autonomo (24,4%).

 

Deprivazione materiale, sociale e insicurezza alimentare
L'11,7% dei minori si trova in condizione di deprivazione materiale e sociale specifica, presentando almeno tre dei 17 segnali di deprivazione individuati. Sebbene questo valore sia inferiore alla media europea (13,6%), la gravità della deprivazione sembra aumentare: la quota di minori che presenta almeno sei segnali è salita al 51,6% nel 2024, rispetto al 36,2% del 2021. Le difficoltà economiche delle famiglie con minori sono spesso legate al pagamento di mutui (22,7%) o affitti (23,6%).

Per quanto riguarda l'insicurezza alimentare, il 4,9% dei minori presenta segnali specifici, con un'incidenza significativamente più elevata nel Mezzogiorno (8,9%) rispetto a Nord (3,1%) e Centro (2,1%).

 

La trasmissione intergenerazionale degli svantaggi
Un aspetto fondamentale dell'analisi Istat è la conferma che la situazione finanziaria della famiglia di origine è un fattore determinante per il rischio di povertà in età adulta. Per gli individui tra i 25 e i 59 anni, il rischio di povertà è del 20% (media europea) per chi a 14 anni viveva in famiglie con difficoltà finanziarie, contro il 12,4% per chi proveniva da buone condizioni economiche.

L'Italia è tra i paesi dell'UE con le maggiori differenze in questa trasmissione intergenerazionale, evidenziando come le difficoltà familiari in giovane età possano gettare ombre lunghe sul futuro socio-economico. Il livello di istruzione dei genitori, in particolare, influenza notevolmente questo rischio: in Italia, il rischio di povertà per gli adulti è del 22% se i genitori hanno un'istruzione secondaria inferiore o meno, scendendo al 7,4% se almeno un genitore ha un'istruzione terziaria.

 

In Sintesi
I dati Istat del 2024, raccolti tramite l'indagine EU-SILC (Statistics on Income and Living Conditions), dipingono un quadro complesso. Sebbene vi sia un leggero miglioramento generale nelle condizioni dei minori rispetto al 2021, le disuguaglianze territoriali, la composizione familiare, il livello di istruzione dei genitori e la cittadinanza rimangono fattori critici che amplificano il rischio di povertà e deprivazione.

Pensiamo alla vita di un minore come a un percorso. Se un bambino inizia questo percorso su una strada accidentata e piena di ostacoli (famiglia in difficoltà finanziaria, genitori con bassa istruzione, vivere in un contesto svantaggiato), è statisticamente molto più probabile che incontri ulteriori difficoltà e rimanga su una traiettoria più difficile anche in età adulta.

Al contrario, iniziare su una strada ben asfaltata e con meno impedimenti aumenta significativamente le possibilità di un percorso più agevole.

 

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