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LA SANITÁ IN ITALIA

Il report dell'Uffio Studi & Ricerche di Fondosviluppo esamina il posizionamento delle cooperative e delle società di capitali.

mercoledì 22 maggio 2024

Sulla base dei dai ISTAT, nel 2022 la spesa sanitaria pubblica corrente dell’Italia ammonta a  130,3 miliardi di euro (pari al 6,6% del Pil e a 2.212 euro annui per abitante). La dinamica della spesa sanitaria pubblica corrente nel medio periodo (2010-2022) ha risentito fortemente della pandemia da Covid-19. Di fatto, l’emergenza epidemiologica ha contribuito ad aumentare di +0,9 punti percentuali il peso della spesa sanitaria pubblica sul PIL rispetto al 2019 (una variazione positiva in valore pari a 6,8 miliardi di euro).

 

Al contrario, tra il 2010 e il 2019, l’andamento della spesa sanitaria pubblica rilevava un trend in lieve declino mostrando una riduzione di -0,4 punti percentuali nel 2019 rispetto al 2010 (una variazione negativa in valore pari a 4,9 miliardi di euro). Allo stato attuale, la spesa sanitaria pubblica corrente rispetto al PIL è rientrata ai valori vicini a quelli precedenti alla crisi pandemica del 2020. Tuttavia c'è da rilevare come la spesa pubblica rappresenti circa tre quarti della spesa sanitaria complessiva.

 

Nel 2021 le famiglie italiane hanno sostenuto un esborso diretto per spese sanitarie nell'ordine dei 37 miliardi di euro (pari a circa il 24% del totale), collocando l’Italia tra i primi Paesi dell’UE nella graduatoria della spesa «out of pocket» non trovando nella sanità pubblica spesso risposte adeguate e tempestive (secondi solo al Portogallo che rileva un contributo delle famiglie alla spesa sanitaria complessiva pari al 36%).   Nel complesso, in Italia, la riduzione totale dei posti letto nelle strutture sanitarie pubbliche nel periodo 2010-2021 è pari a -13.318 unità.

 

Sul fronte del numero di istituti di cura pubblici, come rilevato dall’ISTAT nel 2022, si rilevano in Italia 568 enti. Si evidenzia una significativa riduzione nel tempo (erano 613 nel 2014 e 573 nel 2019). L’offerta ospedaliera mostra una tendenza verso un modello di rete sempre più integrato e fortemente concentrato. Nel 2022, il 60% del totale degli istituti di cura pubblici sono localizzati nelle aree del Centro-Nord Italia, mentre il restante 40% nelle aree del Mezzogiorno. Le prime tre regioni per offerta ospedaliera sono, nell’ordine: la Lombardia con 111 istituti di cura pubblici pari al 19,5% del totale, la Sicilia con 67 istituti pari al 11,8% del totale e il Lazio con 54 istituti pari al 9,5% del totale. 

Sul fronte del numero degli istituti di cura privati*, come rilevato dall’ISTAT nel 2022, si rilevano in Italia 483 enti (erano 472 nel 2019). Gli enti attivi sono concentrati per il 58,4% del totale nelle regioni del Centro-Nord Italia, mentre il restante 41,6% è localizzato nelle aree del Mezzogiorno. Le prime tre regioni per presenza di Istituti di cura privati sono, nell’ordine: la Lombardia con 64 istituti di cura privati pari al 13,3% del totale, la Campania con 61 istituti pari al 12,6% del totale e, a pari merito, la Sicilia e il Lazio rispettivamente con 60 istituti di cura privati pari al 12,4% del totale.

Un ruolo di primo piano nell’ambito della sanità in Italia è svolto dalle imprese cooperative e dalle società di capitali. Di fatto, sulla base dei dati ISTAT, al netto degli imprenditori individuali, dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi, il 73% delle imprese attive nel 2022 in Italia nel settore della sanità privata (26.492 unità su 36.502 unità) è organizzato in cooperativa (8.446 unità) e in società di capitali (18.046 unità).

Nel complesso, l’insieme delle cooperative e delle società di capitali censite come attive dall’Istat nel 2022 hanno contribuito nello stesso anno con oltre il 92% dell’occupazione privata nel settore. In particolare sono 595.460 gli addetti nel 2022 - conteggiati come valori medi annui -, di cui 351.565 addetti occupati nelle cooperative e 243.895 addetti occupati nelle società di capitali, rispetto ai totali 646.600 del settore, esclusi gli imprenditori individuali, i liberi professionisti e i lavoratori autonomi (e ovviamente tutti i dipendenti pubblici).

Anche il peso economico del sistema della sanità privata che fa riferimento alle cooperative e alle società di capitali assume particolare rilevanza nell’economia italiana. In particolare per quanto riguarda le società di capitali e le cooperative, si rileva, al 3 maggio 2024, un numero di imprese attive con bilancio depositato 2022 pari a 23.833 unità (il 90% del totale delle imprese attive, tra società di capitali e cooperative, censite dall’ISTAT nel 2022), che hanno generato un fatturato aggregato totale pari a 40,1 miliardi di euro e hanno impiegato 547 mila lavoratori dipendenti (il 92% del totale degli addetti delle imprese attive, tra società di capitali e cooperative, censite dall’Istat nel 2022).

Con riferimento alle imprese cooperative censite con bilancio depositato (2022), per quanto riguarda l’ambito prevalente di attività, più di sei imprese cooperative su dieci fanno riferimento al settore dei servizi socio-sanitari domiciliari e semi residenziali (4.861 unità). Altro settore di rilevante interesse per le cooperative è quello dei servizi socio-sanitari prevalentemente residenziali, nel quale è presente più del 28% del totale delle cooperative. Negli altri servizi ambulatoriali e sanitari si rileva il 6,5% del totale delle cooperative e negli studi medici specialistici e poliambulatori l’1,1%. Infine, l’1% del totale delle imprese cooperative è afferente ai settori dei servizi ambulatoriali e odontoiatrici (pari allo 0,6% del totale), degli ospedali, case di cura e strutture di lungodegenza (pari allo 0,3% del totale) e nei laboratori e diagnostica (pari allo 0,1% del totale).

 

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