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ECONOMIE DI LUOGO

AICCON presenta una fotografia ed una lettura delle dimensioni del fenomeno delle Cooperative di Comunità nel nostro Paese.

lunedì 13 ottobre 2025

Le cooperative di comunità si stanno affermando come un modello innovativo e sempre più diffuso per generare sviluppo inclusivo, sostenibile e partecipato, in particolare nelle aree interne e nei contesti urbani segnati da disagio sociale ed economico. Questo fenomeno, in continua espansione nonostante l'assenza di una normativa nazionale specifica e di misure di sostegno dedicate, è stato analizzato nel Rapporto "Economie di luogo: fotografia e dimensioni qualitative delle cooperative di comunità" di AICCON, supportato da Legacoop.

La fotografia aggiornata rivela che le cooperative di comunità mappate nel 2025 sono 321 – di cui 220 già registrate e 101 in corso di registrazione – e operano in oltre 70 province italiane. Queste realtà si configurano come veri e propri laboratori di economia di luogo, capaci di coniugare in modo efficace impresa, partecipazione civica e cura dei beni comuni.

 

Dimensioni e Fattori di Origine

Le realtà censite mostrano un’ampia distribuzione territoriale e una notevole diversità tipologica. Sebbene molte di esse, in particolare il 65% delle aderenti a Legacoop, siano collocate nelle aree interne e il 69% in Comuni con meno di 5.000 abitanti, esse sono presenti anche nei quartieri urbani fragili, dove contribuiscono attivamente alla rigenerazione sociale e culturale. Nelle aree interne, rispondono a problemi di spopolamento, carenza di servizi e necessità di valorizzare risorse dormienti.

La loro costituzione non è solo una reazione a condizioni di fragilità, ma anche l'esito dell’attivazione di risorse latenti. I dati evidenziano che il 29% delle cooperative è nato per far fronte a forme di vulnerabilità sociale, e il 12% in risposta a vulnerabilità dal punto di vista urbano e ambientale. Accanto a questa dimensione del bisogno, si afferma la dimensione proattiva delle risorse: il 22% delle cooperative ha avuto origine grazie alla spinta di gruppi di cittadini particolarmente motivati, mentre il 16% ha valorizzato risorse locali "dormienti". Una quota significativa ha beneficiato anche del supporto istituzionale iniziale, con il 13% che ha tratto vantaggio dalle relazioni con la pubblica amministrazione e l’8% dal supporto delle organizzazioni di rappresentanza cooperativa.

 

Caratteristiche: Diversificazione e Funzioni

Le cooperative di comunità si distinguono per una forte diversificazione delle attività, operando in ambiti strategici per lo sviluppo locale. I settori di attività spaziano dal turismo e la cultura alla cura e tutela ambientale, passando per i servizi educativi, la formazione professionale, i servizi sociali e la rigenerazione urbana. Questa pluralità di funzioni permette loro di farsi carico di bisogni concreti e complessi, spesso trascurati dal mercato o dal settore pubblico.

In termini di forma giuridica, il 35% è costituito da cooperative di produzione e lavoro, con una presenza significativa anche di cooperative sociali di tipo B (20%) e tipo A (9%), mentre un ulteriore 35% rientra in forme ibride o innovative.

Un elemento distintivo è il loro ruolo di custodi attivi del patrimonio locale: il 79% delle cooperative gestisce beni culturali, spesso attraverso strumenti come le convenzioni con enti pubblici (50%), il comodato d’uso gratuito (36%) o la locazione da privati (36%).

 

La Forza della Partecipazione Comunitaria

Il coinvolgimento della comunità nelle attività e nei processi decisionali è un elemento centrale per il modello. La base sociale è composta in maniera equilibrata da soci volontari (26%), soci lavoratori (24%) e utenti (22%), confermando un modello inclusivo e plurale.

La partecipazione si esplica anche nella progettazione e nel sostegno diretto: il 25% delle cooperative progetta attività e servizi insieme alla comunità, e nel 24% dei casi la partecipazione ai processi decisionali è aperta anche ai non soci. Inoltre, il 16% riceve contributi in forma di tempo e attività di volontariato, mentre il 13% riceve sostegno economico o di altro tipo direttamente dai cittadini.

 

Sostenibilità e Ruolo Nelle Reti Territoriali

Le cooperative di comunità non agiscono isolate, ma come nodi di reti territoriali. Il 18% collabora con Pubbliche Amministrazioni, il 16% con associazioni, e il 15% con i cittadini delle comunità. Come sottolineato dal Presidente Legacoop, Simone Gamberini, queste realtà dialogano e interagiscono con gli enti locali non in modalità subordinate, ma partecipative, attraverso la co-gestione, co-programmazione e co-progettazione, venendo riconosciute come attori seri, autonomi e capaci di generare valore.

Sul piano economico, la sostenibilità si fonda su una pluralità di canali. La fonte più importante è lo scambio di beni e servizi (35%), seguito dai bandi (21%) – utili anche per il consolidamento progettuale – e dalle convenzioni con la PA (16%). Per garantire una sostenibilità a lungo termine, il report sottolinea l’esigenza di mantenere un equilibrio, privilegiando strumenti che consentano partenariati duraturi, come i Partenariati Pubblico Privato (PPP), al fine di non dipendere in modo predominante dall’erogazione pubblica di risorse economiche.

 

Impatto e Prospettive

Il report evidenzia i cambiamenti tangibili che le cooperative di comunità producono: rafforzano la coesione sociale, creano nuove opportunità occupazionali (le cooperative Legacoop, ad esempio, coinvolgono 5.383 soci e occupano 560 persone), riattivano patrimoni inutilizzati, restituiscono spazi pubblici e culturali alla fruizione collettiva, e favoriscono la nascita di economie circolari e sostenibili.

Queste esperienze, definite da Paolo Venturi come "istituzioni economiche nate dagli abitanti per trasformare bisogni e desideri in imprese", rappresentano una delle risposte più concrete alla domanda di nuove forme di sviluppo territoriale, in grado di coniugare innovazione, inclusione e forte radicamento comunitario. Sono un modello imprenditoriale partecipato dal basso, capace di trasformare i territori applicando logiche mutualistiche allo sviluppo locale.

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