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AREA PENALE E MISURE ALTERNATIVE

Il report del Centro Studi di Fondosviluppo prende in esame il sistema Confcooperative Federsolidarietà nella filiera della Giustizia.

venerdì 20 giugno 2025

Secondo i dati del Ministero della Giustizia, i detenuti presenti nelle strutture penitenziarie per adulti alla fine del 2024 sono 61.861, il 2,8% in più del 2023. La quasi totalità dei detenuti presenti è di sesso maschile, pari al 95,2%, quota che si è mantenuta stabile nel corso degli ultimi anni e non presenta apprezzabili differenze per italiani e stranieri (rif. Annuario Statistico Italiano 2024 - ISTAT). 

 

Questi ultimi costituiscono il 31,8% del totale dei detenuti e sono prevalentemente reclusi nel Centro-Nord (il 78,8% del totale dei detenuti stranieri). I 19.694 stranieri presenti in carcere alla fine del 2024 provengono in prevalenza da Marocco (20,8% del totale degli stranieri, pari a 1.169 detenuti), Tunisia (10,8% del totale degli stranieri, pari a 609 detenuti), Albania, (9,5% del totale degli stranieri, pari a 535 detenuti), Egitto (7,8% del totale degli stranieri, pari a 437 detenuti) e Romania (7,4% del totale degli stranieri, pari a 416 detenuti).

 

Nel medio periodo (2010-2024), si evidenzia una dinamica altalenante, in crescita a partire dalla pandemia da Covid-19 del 2020, ma in lieve flessione dal 2010 (con una riduzione del -9% nel 2024 rispetto al 2010).

 

Con riferimento alle misure alternative alla detenzione, secondo i dati del Ministero della Giustizia, gli adulti in area penale che rientrano nella misura di «messa alla prova» nel 2024 sono pari a 26.426, il 3,2% in più rispetto al 2023. La maggioranza assoluta degli adulti in area penale «messi alla prova» nel 2024 sono uomini (pari a 22.337 soggetti, l’84,5% del totale).

 

Da quando è stato introdotto l’istituto della «messa alla prova», si segnala una crescita molto sostenuta di adulti in area penale che hanno deciso di avviare questo trattamento finalizzato al reinserimento sociale. In particolare, dal 2015 al 2024, il numero di soggetti che hanno deciso di utilizzare la misura della «messa alla prova» è aumentato di +19.869 unità (una variazione positiva pari al +303% nel 2024 rispetto al 2015).

 

Nell’ambito della filiera della giustizia un ruolo centrale fa riferimento al Sistema Confcooperative-Federsolidarietà. In particolare, si contano (almeno) 189 cooperative sociali aderenti (prevalentemente ad attività plurima), iscritte come attive al 31/12/2024 nell’elenco nazionale di Confcooperative, che operano anche nella presa in carico, nella formazione e nel reinserimento lavorativo di detenuti, di ex-detenuti e di soggetti ammessi alle misure alternative alla detenzione (tra queste, la semilibertà, le diverse forme di detenzione domiciliare e di affidamento in prova al servizio sociale, e i lavori di pubblica utilità).

 

Nell’ambito della filiera della giustizia, 120 cooperative, tra quelle censite, operano prevalentemente con detenuti ed ex detenuti, mentre 69 con minori e/o nell’ambito della «messa alla prova» e delle misure alternative. La quota più elevata tra le 189 cooperative censite si registra al Nord-Ovest, con il 50,3% del totale (95 unità). Il Nord-Est esprime il 18,5% delle aderenti attive (35 unità). Seguono il Sud e le Isole che segnalano, rispettivamente, l’11,1% (21 unità) e l’11,6% (22 unità). Infine, al Centro fa riferimento il restante 8,5% (16 unità) delle cooperative censite.

 

Prendendo in considerazione il settore (categoria sociale), il 42,3% del totale delle aderenti (pari a 80 unità), iscritte come attive al 31/12/2024 negli archivi nazionali e operanti anche nella filiera della giustizia, risulta essere attivo nell’inserimento lavorativo (cooperative sociali di tipo B), mentre il 25,9% del totale (49 unità) fa riferimento ai servizi sociali (cooperative sociali di tipo A). Il 29,1% del totale (55 unità) fa riferimento a cooperative sociali miste, enti a scopo plurimo (cooperative sociali di tipo A e B). Infine, una quota pari al 3,8% del totale fa riferimento a consorzi tra cooperative sociali (5 unità).

 

A livello territoriale, le Isole risultano l’area con la quota più elevata di cooperative sociali di tipo B, pari al 54,5% del totale delle cooperative localizzate in quest’area. Sempre in quest’area, inoltre, si segnala la quota più alta di cooperative sociali di tipo A, ossia il 31,8% del totale delle cooperative presenti nell’area. La quota più elevata di cooperative sociali miste (tipo A e B) si registra nel Nord-Est, con il 42,9% del totale. Infine, la quota maggiore di consorzi, con il 4,2% del totale degli enti presenti nell’area, si segnala nel Nord-Ovest.

 

Nel 2023 gli enti aderenti attivi censiti (che operano a vario titolo anche nella filiera della giustizia) hanno generato oltre 430 milioni di euro di fatturato. Le cooperative sociali di tipo A rappresentano il 36,7% del fatturato aggregato. Anche dal punto di vista della patrimonializzazione (quasi 118 milioni di euro), la maggioranza relativa fa riferimento a cooperative attive nei servizi sociali (tipo A), che esprimono il 39% del patrimonio netto aggregato del sistema delle imprese attive aderenti a Confcooperative Federsolidarietà operanti nella filiera della giustizia. Tra le altre tipologie sociali si segnala un peso maggiore sia del fatturato sia del patrimonio tra le cooperative sociali miste rispetto alle cooperative sociali di tipo B.

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